Esplorare il corpo nella sua forma più autentica, quella del contatto con la terra, con questa lezione di Vayus Flow Yoga che si si svolge principalmente in quadrupedia per favorire radicamento e fluidità.
Con la guida di Enzo Ventimiglia sentirai stabilità, forza e sostegno, stimolando il radicamento e il lavoro profondo sul centro del corpo.
La prima parte della pratica è pensata per stimolare la spinta, la forza e la stabilità, con movimenti controllati che risvegliano la connessione tra mani, spalle e bacino. Nella seconda parte, la sequenza si trasforma in un flusso più fluido e dinamico per liberare la colonna vertebrale.
Puoi prepararti alla lezione eseguendo una serie di Saluti al Sole oppure completarla con movimenti in piedi per favorire una transizione naturale verso l’espansione e l’equilibrio.
A livello energetico, la lezione esplora la connessione tra i diversi Vayus:
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La quadrupedia è una delle posizioni più importanti nello yoga e nella rieducazione posturale, perché rappresenta un punto di equilibrio perfetto tra stabilità e mobilità. In questa configurazione il corpo trova una distribuzione del carico simmetrica: le mani e le ginocchia creano quattro punti di contatto che radicano al suolo e al tempo stesso permettono libertà di movimento.
Dal punto di vista biomeccanico, lavorare in quadrupedia consente di:
Dal punto di vista anatomico-funzionale, la quadrupedia mette in relazione cintura scapolare e pelvica, favorendo un dialogo tra parte superiore e inferiore del corpo. È una posizione che educa alla differenziazione del movimento: il bacino può muoversi indipendentemente dalla gabbia toracica, e la colonna può articolarsi in tutte le direzioni (flessione, estensione, inclinazione e rotazione). Questo la rende una base ideale per articolare la colonna e per risvegliare il ritmo naturale del respiro.
Inoltre, la quadrupedia rappresenta una fase fondamentale dello sviluppo motorio umano. È il passaggio attraverso cui il bambino costruisce la coordinazione crociata (mano destra–ginocchio sinistro e viceversa), base della locomozione bipede. Allo stesso modo, rievoca la memoria del movimento primordiale: il momento in cui, nella storia evolutiva, la vita ha lasciato l’acqua per la terraferma, trovando nel suolo un nuovo punto di sostegno e direzione.
Praticare la quadrupedia oggi significa ritornare a quell’intelligenza originaria del corpo, che riconosce nella spinta e nel radicamento la chiave per muoversi con leggerezza e stabilità. È una posizione semplice ma ricca, capace di unire consapevolezza, forza, libertà e connessione profonda con la terra.